Braxton ha sviluppato un sistema compositivo unico, caratterizzato da strutture non convenzionali e da un uso innovativo della notazione musicale. Le sue partiture spesso includono diagrammi, simboli e indicazioni grafiche che permettono un’interpretazione aperta e flessibile.

Oggi Anthony Braxton compie ottant’anni. Personalità complessa che va oltre la ristretta osservanza delle normative vigenti del jazz tradizionale. Infaticabile sperimentatore e destrutturatore delle rigide e spesso stantie formule del vernacolo jazzistico, Braxton è sempre stato inviso ed incomprensibile ai laudatores temporis acti, nonché ad una certa stampa abituata a misurarsi all’interno di un confortevole habitat fatto di prevedibilità e luoghi comuni. Anthony Braxton è una figura imprescindibile nel panorama del jazz contemporaneo. La sua opera musicale si sviluppa in un territorio indipendente, difficile da definire con precisione, popolato da ascoltatori affascinati, studiosi intrigati e critici severi. Ciò che emerge con chiarezza, tuttavia, è che la sua influenza sia ineludibile: il jazz moderno e la musica sperimentale non possono prescindere dal suo contributo.

La celebrazione degli 80 anni di Anthony Braxton con l’uscita di «Quartet (England) 1985» è un evento significativo per gli appassionati di jazz e di musica sperimentale. Questa raccolta, pubblicata dalla Burning Ambulance Music, rappresenta una preziosa testimonianza del tour inglese del 1985, proponendo quattro concerti inediti con il leggendario quartetto formato da Braxton, Marilyn Crispell, Mark Dresser e Gerry Hemingway.

Ciò che rende speciale la pubblicazione è il suo valore storico e musicale. Sebbene le registrazioni siano state originariamente catturate su cassette mono da Graham Lock, il lavoro di restauro ad opera di Chris Trent ha riportato queste performance alla loro vitalità originale, enfatizzando la potenza espressiva del quartetto. Il cofanetto si distingue per la qualità e la profondità delle esecuzioni, confermando il Quartet di Braxton come una delle formazioni più innovative degli anni ’80 e ’90. La selezione include anche alcune rivisitazioni di brani iconici, quali «After the Rain» di John Coltrane e «Four di Miles Davis», che diventano un valore aggiunto per l’intera collezione. L’inclusione di un opuscolo digitale, con nuove note di copertina a firma Lock e fotografie inedite, completa un’opera che non è solo un omaggio nostalgico, ma un’esperienza immersiva nell’universo di Braxton. Per i cultori del jazz d’avanguardia desiderosi riscoprire la magia del tour del 1985, il cofanetto «Quartet (England) 1985» di Anthony Braxton è una vera miniera d’oro.

Sheffield (19 novembre 1985)

Composition 69B / Composition 60 (+108C) / Composition 110A (+108B) / Composition 34 – Un’apertura intensa con strutture complesse e interplay dinamico tra i musicisti. /Composition 105A / Composition 69N / Composition 40M / Bass Solo (da Composition 96) – Il contrabbasso di Mark Dresser prende il centro della scena con un assolo evocativo.

Leicester (20 novembre 1985)

Composition 85 (+108D) / Composition 69F / Composition 122 (+108A) – Un set caratterizzato da ritmi incalzanti e improvvisazioni audaci / Composition 69C / Composition 69O / Composition 116 / Composition 40N – Braxton esplora le possibilità timbriche del sassofono con fraseggi che sembrano calcoli geometriche.

Bristol (21 novembre 1985)

Composition 69H / Composition 88 (+108C) / Piano Solo (da Compositions 1, 30-33) / Composition 23J – Marilyn Crispell distilla un assolo di pianoforte da manuale, ricco di sfumature armoniche / Composition 6A / Percussion Solo (da Composition 96) / Composition 115 / Bass Solo (da Composition 96) / Composition 69J – Gerry Hemingway si distingue con un assolo di percussioni che aggiunge inedite regole sintattiche alla ritmica.

Southampton (22 novembre 1985)

Composition 105B / Composition 40O / Composition 124 / Composition 86 – Un set che alterna momenti di perforante abrasività a passaggi più lirici. Composition 52 / Collage Form Structure / Composition 40F / Composition 108A – La struttura a collage permette ai musicisti di esplorare inedite combinazioni sonore.

Bonus: Soundcheck recordings

«All the Things You Are» (Birmingham), un’interpretazione non convenzionale di un tipico standard jazz. «On Green Dolphin Street» (Birmingham), un altro classico ricollocato in una dimensione altra dal quartetto. «Four» (Bristol), un omaggio a Miles Davis attraverso una rilettura fuori dagli schemi. «After The Rain» (Huddersfield), un momento di forte intensità emotiva, senza mai ripiegare sul sentimentalismo becero. «All The Things You Are» (Coventry), una variazione sul tema di uno standard sovente abusato e banalizzato.

Tutte le composizioni e le performance di Anthony Braxton sono fondamentali nel panorama del jazz d’avanguardia e della musica sperimentale. La sua opera si distingue per diversi aspetti chiave:

1. Innovazione strutturale

Braxton ha sviluppato un sistema compositivo unico, caratterizzato da strutture non convenzionali e da un uso innovativo della notazione musicale. Le sue partiture spesso includono diagrammi, simboli e indicazioni grafiche che permettono un’interpretazione aperta e flessibile.

2. Espansione del linguaggio jazzistico

Pur radicato nel jazz, Braxton ha ampliato il linguaggio musicale incorporando elementi di musica classica contemporanea, elettronica e improvvisazione libera. Il suo lavoro sfida le categorizzazioni tradizionali e si colloca tra le espressioni più avanzate della musica afroamericana.

3. Approccio multidisciplinare

Le sue composizioni non si limitano alla musica, ma spesso esplorano concetti filosofici e matematici. Braxton ha creato opere che si ispirano alla teoria dei sistemi, alla semiotica e alla metafisica, rendendo la sua musica un’esperienza intellettuale oltre che sonora.

4. Libertà interpretativa

Molte delle sue opere sono concepite per essere eseguite in modi diversi, lasciando spazio all’improvvisazione e alla reinterpretazione da parte dei musicisti. Questo approccio ha influenzato generazioni di artisti e ha contribuito a ridefinire il ruolo del compositore nel jazz.

5. Impatto sulla comunità musicale

Braxton ha avuto un’influenza enorme su musicisti e compositori contemporanei, ispirando artisti come Steve Lehman e Tyshawn Sorey. La sua capacità di fondere tradizione e sperimentazione ha aperto nuove strade al jazz e alla musica improvvisata.

Anthony Braxton ha prodotto una discografia vastissima, ma alcune opere rappresentano in modo più specifico, calibrato ed esaustivo il suo metodo innovativo e lungimirante:

«For Alto» (1971): un album rivoluzionario, il primo interamente dedicato al sassofono solo. Qui Braxton esplora le possibilità timbriche dello strumento con un approccio radicale e avanguardistico;

«Three Compositions Of New Jazz» (1968): uno dei suoi primi lavori, che mette in luce già la sua inclinazione verso strutture complesse e l’improvvisazione libera;

«Creative Orchestra Music 1976» (1976): un disco che evidenzia l’attitudine di Braxton a dirigere grandi ensemble, fondendo jazz, musica classica contemporanea e sperimentazione sonora;

«Composition 40M» (1981): un esempio perfetto un linguaggio musicale oltre ogni convenzione, con elaborazioni melodico-armoniche destrutturate;

«Quartet (London) 1985» (1985): parte della serie di registrazioni dal vivo con il suo leggendario quartetto, di cui segnaliamo il cofanetto commemorativo;

«9 Compositions (Iridium) 2006» (2007): un’opera monumentale che mostra la sua evoluzione stilistica e la sua capacità di creare strutture musicali complesse.

Definire l’avanguardia è un compito arduo, poiché essa non si presenta mai con contorni netti, ma piuttosto con traiettorie imprevedibili e soluzioni inattese. Braxton incarna perfettamente questa complessità. La sua musica ha suscitato reazioni contrastanti: c’è chi lo considera troppo distante dalle radici jazzistiche, privo di spontaneità ritmica, e chi invece lo celebra come uno dei più raffinati innovatori del suono contemporaneo. Come ogni grande artista, ha attraversato momenti di transizione e scelte audaci, ma il valore di una carriera si misura nella sua interezza, e nel suo caso il percorso è ancora in evoluzione. Il percorso artistico di Braxton è fatto di scelte coraggiose, deviazioni inaspettate e riflessioni profonde, aspetti che lo rendono una figura di straordinario interesse. Il suo lavoro non si limita alla musica: è anche un’indagine sulla natura stessa dell’arte sonora, sulle connessioni tra i generi e sulla memoria musicale. In questo senso, la sua ricerca appare quasi filosofica, un tentativo di dare forma al disordine attraverso la struttura sonora. Forse, il vero impatto del suo lavoro sarà pienamente compreso solo tra diversi decenni. Nel frattempo, la sua arte continua a generare domande e a stimolare nuove prospettive, lasciando un segno indelebile nel panorama musicale.

Quartet (England) 1985

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